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ASUS ROG GTX 780 Poseidon Platinum, il raffreddamento a liquido secondo ASUS - ASUS ROG GTX 780 Poseidon Platinum, analisi in dettaglio

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ASUS ROG GTX 780 Poseidon Platinum, analisi in dettaglio

 

Vi lasciamo al nostro video unboxing della scheda oggetto della recensione odierna:

http://www.youtube.com/watch?v=8ErcV-dJLzM

Dopo aver visto la confezione della GTX 780 Poseidon Platinum, andiamo ad analizzare la scheda nel dettaglio. Cominciamo la nostra analisi parlando del dissipatore che equipaggia questo prodotto e che lo rende differente rispetto alle soluzioni dei concorrenti. Come possiamo vedere la Poseidon presenta una cover in plastica di colore nero e rosso, tipico design delle soluzioni ROG, al di sotto della quale troviamo il radiatore in alluminio che verrà raffreddato dalle due ventole termoregolate da 90mm. Da segnalare è l’eccessivo gioco che presenta la cover, molto probabilmente dovuto a un difetto di fabbrica o a un trasporto maldestro della confezione da parte del corriere. Il radiatore presenta 3 heatpipes, una da 8mm di diametro e due da 6 mm, che hanno il compito di trasferire il calore dalle camere di vapore sottostanti al radiatore in alluminio. Questa è già una differenza importante rispetto ai normali dissipatori per schede video di fascia alta, in quanto le heatpipes non sono a diretto contatto con il chip della GPU ma sono a contatto con le vapor chambers del dissipatore. Le camere di vapore sono identificabili dalle foto nella placchetta in alluminio, che si trova sotto gli attacchi dei raccordi,. Le camere di vapore, per chi non ne conoscesse il funzionamento, hanno al loro interno un liquido a basso punto di ebollizione. Questo liquido tramite il calore della GPU si trasforma in vapore, assorbendo calore, e viene riportato allo stato fisico precedente in due modi: tramite raffreddamento a liquido, quindi usando gli attacchi per i raccordi e collegando il waterblock al nostro impianto a liquido, o tramite dissipazione ad aria, quindi facendo raffreddare questo liquido dal dissipatore lamellare in alluminio e dalle due ventole da 90mm. Dobbiamo dire che il sistema di raffreddamento a liquido lavorerà sempre in simbiosi con il raffreddamento ad aria, in quanto le ventole serviranno per raffreddare i componenti non interessati dal waterblock. Da notare infatti che la vapor chamber è a diretto contatto con GPU e memorie, ma non con i VRM della scheda che sono invece coperti da un piccolo dissipatore ad aria. La presenza delle ventole è quindi indispensabile per raffreddare correttamente questa zona. Nei waterblock aftermarket si adottano solitamente soluzioni full cover, in grado di raffreddare a liquido anche questa zona.

Sul lato della scheda troviamo il led ROG, che si illuminerà quando la scheda sarà attiva, i due connettori per i raccordi G1/4” e infine i due connettori di alimentazione, uno da 8 pin e uno da 6 pin.

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Girando la Poseidon e visualizzando la parte posteriore, notiamo il bellissimo backplate in alluminio spazzolato, sul quale sono impressi il logo ASUS e il nome della scheda. Come tutte le schede video Asus custom i connettori di alimentazione presentano posteriormente dei LED che ci segnalano il corretto inserimento dei cavi della PSU. Su una delle viti posteriori della GPU troviamo un bollino di garanzia, che se rimosso porta alla perdita della stessa. La Poseidon ha alcune parti del PCB posteriore esposte in modo da permettere di accedere a punti di controllo e gestione del voltaggio, situati nella parte finale della scheda. Inoltre notiamo che il PCB è fuori dimensioni standard, in quanto è leggermente più alto rispetto al PCB reference. Infine, in alto a destra sono posti i due connettori SLI in modo da poter collegare fino a 4 GTX 780 in parallelo.

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Le parti laterali della scheda sono planari, notiamo solamente il dissipatore in alluminio destinato a raffreddare memorie, in questo caso ELPIDA, e VRM.

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Per quanto riguarda le uscite video, disponiamo di due prese DVI (DVI-D e DVI-I), una HDMI e una DisplayPort.

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Infine descriviamo brevemente il waterblock che monta questa scheda. Il waterblock presenta due filettature g1/4” adatte ad ospitare praticamente tutti i raccordi sul mercato, essendo questa misura praticamente uno standard. Una volta rimossi i tappi, si possono inserire i raccordi. Le filettature sono ben fatte e danno l'idea di solidità e sicurezza. Come riportato sulla confezione, l'ingresso del liquido avviene nel foro più vicino alle uscite video, viceversa l’uscita avviene nel foro più vicino ai connettori di alimentazione. Il waterblock non è di tipologia classica, ovvero non è a diretto contatto con la GPU, ma è atto a raffreddare le camere di vapore, che svolgono il compito di assorbire calore da GPU e memorie. Si tratta di una soluzione del tutto anticonvenzionale che presenta l’innegabile vantaggio di funzionare perfettamente anche in caso di rottura della pompa dell’impianto. La scheda sarà infatti raffreddata dalle due ventole da 90mm e dal radiatore in alluminio: nel remoto caso cui non ci accorgessimo della rottura, saremo comunque sicuri che la VGA non presenterà danni. Potremo quindi continuare ad utilizzarla tranquillamente senza dover smontare il waterblock.

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Tuttavia, uno degli aspetti da analizzare di questo waterblock custom è sicuramente la restrittività. Discuteremo meglio questo aspetto nel capitolo dedicato. Come vedremo, chi ha una pompa poco potente potrebbe risentirne, mentre ciò influisce relativamente poco sulle prestazioni di un impianto a liquido high end. In ogni caso si parla di variazioni minime, 1-2 gradi centigradi al massimo.

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